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Oggi vi parliamo di uno dei grandi temi ricorrenti nei mondi fantasy, ovvero del goblin. Il goblin è una creatura dispettosa, simpatica e che ama giocare, che fa parte della cultura e del mito di tantissime popolazioni del centro e nord-europa, e che con l’esplosione del genere fantasy è riuscita a farsi conoscere anche da noi.
Sono in molti coloro i quali apprezzano questo piccolo (e dispettosissimo) essere, al punto tale da volerselo tatuare. Ma cosa rappresenta il goblin, e perché dovremmo tatuarcelo? Proviamo a dare una risposta a queste e ad altre questioni, fondamentali per decidere se sia davvero il caso di tatuarsi un goblin o meno.
Il goblin: gioco, spensieratezza e dispetti
Quella del goblin è una figura che assomiglia un po’ ai folletti della nostra tradizione, come il mazzamurello tanto per fare un esempio più vicino a casa nostra.
Si tratta di una creatura malvagia, ma fondamentalmente incapace di nuocere oltre un certo limite, motivo per il quale non viene quasi mai considerata parte delle forze del male e dell’oscurità, ma lasciata in quella sorta di limbo popolato da creature sì dispettose, sì indisponenti, ma fondamentalmente buone.
Il goblin ha raggiunto anche una discreta popolarità tra i giovanissimi in quanto incluso in alcuni giochi di ruolo come World of Warcraft, LOTR e D&D, giochi dove però i goblin rivestono il ruolo dei cattivi, seguendo quella che era un po’ l’impostazione della questione di Tolkien.
Perché tatuarselo?
Tatuarsi un goblin vuol dire sceglierlo come nostra protezione e soprattutto sottolineare il nostro carattere allegro e scherzoso. Perché se è vero che il goblin è una creatura dispettosa, c’è da riconoscere a sua parziale discolpa che i dispetti sono in genere molto articolati e prevedono il ricorso ad una incredibile creatività.
Se vi sentite giocosi, creativi e un po’ cattivelli, il goblin è sicuramente il tatuaggio che fa per voi!
