Colori: come prendersene cura al meglio

Sebbene la moda del black tattoo sia sempre più diffusa, non si può negare che, soprattutto per alcuni soggetti, l’uso di colori brillanti e vivaci è imprescindibile: come sarebbe un tatuaggio old school senza i suoi rossi intensi e i suoi gialli squillanti? Eppure, capita spesso di vedere tatuaggi dai colori sbiaditi, se non addirittura saltati in più punti. Questo potrebbe indurre a pensare che i tatuaggi colorati siano da evitare, perché “i colori non tengono”.

Niente di più sbagliato. Un tatuaggio colorato correttamente eseguito dovrebbe mantenere vividi i propri colori nel tempo, senza subire alterazioni. Del resto, quando vediamo un tatuaggio che, da colorato, è diventato grigiastro, e ha perso la definizione delle linee, siamo portati a dare la colpa al tatuatore. Questo però non è sempre vero.

Non dobbiamo, infatti, dimenticare che la buona riuscita di un tatuaggio e la sua conservazione nel tempo dipende moltissimo anche da noi, e da come ce ne prendiamo cura, soprattutto nella fase immediatamente successiva all’esecuzione. Molti, presi dall’entusiasmo, si sottopongono ad estenuanti sedute di tatuaggi salvo poi non avere la pazienza di occuparsi della propria pelle nei giorni successivi, nella delicatissima fase della guarigione.

Lavare e idratare: gli step fondamentali

Lo sappiamo: il tatuatore utilizza la vasellina per realizzare il nostro tatuaggio, poi, a processo ultimato, lo “chiude” nel cellophane. La pellicola andrebbe tolta già 4 ore dopo la fine dell’esecuzione, per dar modo alla nostra pelle di respirare. Poi è fondamentale lavare la parte interessata con un sapone neutro, privo di profumi, non schiumogeno.

Dopo bisogna idratarlo. Per i colori, la fase dell’idratazione è particolarmente importante, proprio perché i pigmenti colorati tendono ancora di più a seccare la pelle. L’ideale sarebbe farlo con il burro di karité.

Attenzione però: essendo piuttosto solido, per evitare di asportare le crosticine superficiali del tatuaggio, sarebbe preferibile scaldarne una noce tra le mani, farla sciogliere e solo dopo procedere all’applicazione. Ed ecco un altro punto fondamentale, le croste: non dovrebbero mai essere staccate, nemmeno per applicare la crema. Per questo, il prodotto andrebbe steso sul tatuaggio con lievi movimenti rotatori, delicati e superficiali.

Il sole: il principale nemico dei colori

Specie se abbiamo in mente di far realizzare sulla nostra pelle un tatuaggio estremamente colorato, l’ideale sarebbe prenotare le nostre sedute in inverno, soprattutto se siamo amanti del sole e del mare. Il sole è, infatti, il principale nemico dei colori del nostro tatuaggio, specie se ci esponiamo nelle settimane immediatamente successive alla sua esecuzione.

Oltre a sbiadire i colori, infatti, il sole potrebbe causare alla pelle ancora convalescente una vera e propria reazione allergica, con dolore, gonfiore e rossore. Se proprio non possiamo evitare di esporci, possiamo mettere la protezione solare e coprire il tatuaggio con una garza, naturalmente evitando poi di fare il bagno al mare, peggiorando la situazione con il contatto con la salsedine.

Anche nei mesi successivi, almeno sul tatuaggio bisognerebbe applicare una crema solare con spf 50+. Per quanto riguarda le creme solari, andrebbero preferiti filtri chimici, con la comprovata capacità di proteggere la nostra pelle. In commercio sono facilmente reperibili creme solari specifiche per tatuaggi, anche nel comodo formato stick, che ci consente di intervenire specificamente sulla parte interessata.

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