Storia del tatuaggio – seconda parte

la storia dei tatuaggi, l'arrivo della old schoolAbbiamo già affrontato, in un articolo precedente, tutto quello che riguarda la storia primitiva dei tatuaggi.

Ma i tattoo sono arrivati fino ai giorni nostri attraverso un lungo cammino, che è fatto di viaggi lontani, di incontri tra popolazioni molto diverse tra loro, e di uomini eccentrici, molto eccentrici, quegli uomini che hanno reintrodotto, dopo che erano praticamente spariti, i disegni sul corpo anche delle nostre parti.

La fine dei tatuaggi in Europa

Nel nostro continente e nelle isole che ci circondano, i tatuaggi spariscono praticamente all’improvviso.

I Pitti, influenzati dalle popolazioni vicine, smettono di dipingersi il corpo tanto in modo permanente quanto in modo temporaneo. L’impero romano soccombe all’invasione dei barbari, e dei  tatuaggi dei soldati dell’impero non vi è più traccia.

Ne rimane qualche traccia sporadica tra i carcerati, che vengono marcati a vita con un disegno infame, che serve agli consociati a riconoscerli a vista. E’ in questi tempi che il tatuaggio, almeno dalle nostre parti, si guadagna una pessima reputazione, che scomparirà soltanto molto di recente.

I viaggi in Estremo Oriente e il ritorno dei marinai… tatuati

Tanti secoli dopo, quando l’impero del re d’Inghilterra comincia a raggiungere i punti più estremi del nostro pianeta, il tatuaggio torna a farsi vedere e a far parlare di se anche in Europa.

A Londra tornano tanti marinai e tanti aristocratici che, seguendo l’esempio delle popolazioni indigene che hanno incontrato durante i loro viaggi, si fanno marchiare a vita disegni che, successivamente, cominceranno a organizzarsi in diversi stili.

E’ il ritorno, in gran stile, del tatuaggio in Occidente, anche se per ancora qualche secolo dovrà rimanere associato principalmente a chi fa una vita di mare e a chi, nel corso della sua vita, è venuto a contatto con Maori, Hawaiani e Polinesiani.

Old school

E’ nel secolo scorso che nasce la Old School, uno stile di tatuaggio nato negli States e che è ancora tutt’uno con il mare. Ragnatele, pin up, ancore, cuori trafitti da pugnali: l’intero armamentario simbolico dei tatuaggi della vecchia scuola richiama fortemente quella vita marinara che lo aveva fatto nascere.

Uno stile che però, negli anni ’60, comincia a farsi strada in diverse sottoculture, come quella skinhead non razzista e quella mods. Le ragnatele diventeranno il marchio distintivo di punk e compagnia bella nella attivissima Londra degli anni ’70, ultimo e definitivo trampolino di lancio per il ritorno del tatuaggio anche tra “la gente normale”.

Negli ultimi venti anni.. la moda

Spinti da VIP e sportivi particolarmente eccentrici, i tatuaggi sono diventati una moda a tutti gli effetti, un fenomeno di costume che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, che si fanno tatuare principalmente per motivi estetici, senza però disdegnare, almeno in alcuni casi, una simbologia forte che richiama i sensi più arcaici della storia del tatuaggio.

Sono sotto gli occhi di tutti: 4 giovani su 10 in Italia sono tatuati, e pare che non ci siano davvero più limiti. Le processioni verso gli studi dei migliori tatuatori si fanno sempre più frequenti e sempre più consistenti.

Siamo alla fine del nostro viaggio nel tempo, siamo arrivati ai giorni nostri, dove il tatuaggio è finalmente un fenomeno di costume anche nostro, che ci garantirà evoluzioni artistiche e di significato che, almeno per il momento, non siamo in grado neanche di immaginare.

 

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